MATERIALI VARI E LAVORAZIONI
Vetro argentato (specchio)
Il vetro argentato prende il nome da uno strato di sali d'argento aderente ad una superficie della lastra, che causa un effetto di riflessione ottica visibile sulla superficie opposta. Le lastre sulle quali viene effettuata l'argentatura sono prodotte con il procedimento float di cui sopra e poi sottoposte al trattamento; tuttavia l'argentatura può essere eseguita anche ad altri stadi di lavorazione del vetro. Questo tipo di vetro può essere dotato di pellicola antinfortunistica (in gergo viene chiamato argentato Mirox Safe prodotto da Glaverbel) che in caso di rottura dello specchio, ne mantiene i frammenti aderenti ad essa ed evita potenziali infortuni.
Vetro Acidato
Vetro a superficie granulosa ottenuta per via chimica, impiegando l’acido fluoridrico che ha la proprietà di intaccare il vetro.
VETRO TEMPERATO
Vetro con particolari caratteristiche di durezza a resistenza agli urti ottenute attraverso la tempra.
Tale procedimento consiste nel riscaldare ad elevate temperature (650 °C) il vetro per poi raffreddarlo bruscamente investendolo con getti d'aria.
Vetro cilindrico
Il vetro è soffiato all'interno di stampi metallici cilindrici, quindi dalla forma ottenuta vengono asportati gli estremi e praticato un taglio lungo una generatrice del cilindro. È quindi posto in un forno dove rammollendosi si apre e si stende in lastra. Prima dell'introduzione del metodo Pilkington a galleggiamento, questa tecnica era molto diffusa per la produzione del vetro comune.
Vetro colato (laminato)
Prima dell'invenzione di Pilkington, il vetro a lastra era in parte realizzato per colata, estrusione o laminazione e le superfici non avevano le facce otticamente parallele, dando origine a caratteristiche aberrazioni visive. Il parallelismo poteva essere ottenuto con la lucidatura meccanica, ma con elevati costi. Per questo motivo oggi questa tecnica viene usata solo per produrre vetri particolari:
* Stampato: Su una superficie del vetro viene stampato un disegno in rilievo. Lo stampato C è quello più famoso, utilizzato su porte e frigoriferi.
* Retinato: Il vetro retinato viene prodotto incorporando una rete metallica al suo interno.
* Ornamentale
Vetro float (galleggiante)
Il 90% del vetro piatto prodotto nel mondo, detto vetro float, è fabbricato con il sistema "a galleggiamento" inventato da Alastair Pilkington dove il vetro fuso è versato ad una estremità di un bagno di stagno fuso. Oggi quest'operazione è effettuata in atmosfera controllata. Il vetro galleggia sullo stagno e si spande lungo la superficie del bagno, formando una superficie liscia su entrambi i lati. Il vetro si raffredda e solidifica mentre scorre lungo il bagno formando un nastro continuo. Il prodotto è poi "lucidato a fuoco", riscaldandolo nuovamente su entrambi i lati, e presenta così due superfici perfettamente parallele. Le lastre sono realizzate con spessori standard di 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 12, 15, 19 e 22 mm. Questo tipo di vetro è considerato pericoloso per l'uso in applicazioni architettoniche poiché tende a rompersi in grossi pezzi taglienti che possono causare gravi incidenti. Le normative edilizie pongono in genere delle limitazioni all'uso di questo vetro in situazioni rischiose quali bagni, pannelli di porte, uscite antincendio e nelle scuole.
Vetro tirato (lucido)
La massa di vetro fusa viene meccanicamente tirata da due forze di uguale direzione ma verso opposto. Questo vetro presenta caratteristiche ondulazioni della superficie. Il vetro tirato e quello float hanno la stessa composizione chimica e le stesse proprietà fisiche.
Molatura
Il vetro tagliato presenta un bordo particolarmente tagliente e irregolare che viene eliminato tramite un operazione di molatura (eseguita manualmente o da macchinari CNC) che asporta e uniforma il bordo del vetro in modi diversi a seconda della lavorazione voluta:
* filo lucido tondo: il bordo risulta arrotondato e lucido, il grado di lavorazione è elevato.
* filo lucido piatto: il bordo risulta lucido e perpendicolare alla superficie ma la congiunzione viene smussata a 45°, anche qui si ha un grado di lavorazione elevato.
* filo grezzo: come il filo lucido con l'eccezione che il bordo non risulta lucido ma opaco e presenta una rugosità maggiore.
* bisellatura: i bordi del vetro vengono molati per 10-40 mm di altezza per un angolo di circa 7 gradi rispetto alla superficie del vetro stesso.
Vetro laminato (stratificato)
Il vetro laminato (inteso come stratificato e non da confondere con il processo produttivo di laminatura) è stato inventato nel 1903 dal chimico francese Edouard Benedictus. Egli si è ispirato a un flacone rivestito da uno strato plastico di nitrato di cellulosa per una disattenzione in laboratorio e poi caduto e rottosi ma senza aprirsi in pezzi. Egli fabbricò un materiale composito di vetro e plastica in grado di ridurre i pericoli in caso di incidenti automobilistici. L'invenzione non fu immediatamente adottata nel settore automobilistico, ma il primo impiego fu nei vetri delle maschere antigas in uso durante la Prima guerra mondiale.
Oggi il vetro stratificato è realizzato unendo due o più strati di vetro ordinario alternato a un foglio plastico, solitamente polivinilbutirrale (PVB). Il PVB è unito a sandwich con il vetro che è poi scaldato a 70°C e pressato con rulli per espellere l'aria ed unire i materiali.
Un tipico laminato è costituito da 3 mm di vetro / 0,38 mm di lamina plastica / 3 mm di vetro. Il prodotto è definito vetro laminato da 6,38 mm o anche 33.1 (il primo "tre" indica vetro tre millimetri, il secondo "tre" l'altra lastra da 3 mm, mentre l'uno rappresenta il numero di strati di PVB usati per la laminazione. Ad esempio, con 66.4 si indica un vetro statificato formato da due lastre di vetro da sei millimetri, accoppiate tramite 4 fogli spessi 0,38mm di PVB, quindi in definitiva il vetro è 6+6+1,52 PVB))
Il vetro stratificato è distribuito comunemente in casse contenenti lastre di 3210×2400 mm e con accoppiamenti 3/3, 4/4, o 5/5. Altri accoppiamenti vengono eseguiti appositamente su richiesta. Gli strati intermedi possono presentare anche diversi spessori. Lo strato intermedio mantiene i pezzi di vetro in posizione anche quando il vetro si rompe, e con la sua resistenza impedisce la formazione di larghi frammenti affilati. Più strati e maggiore spessore del vetro aumentano la resistenza. I vetri antiproiettile realizzati con molti strati di vetro spesso, possono arrivare a 50 mm di spessore.
Lo strato di PVB dona al materiale anche un maggiore effetto di isolamento acustico e riduce del 99% la trasparenza alla luce ultravioletta.
Il vetro laminato è normalmente impiegato dove ci può essere il rischio di impatti con il corpo umano, oppure dove il pericolo possa derivare dalla caduta della lastra se frantumata. Le vetrine dei negozi e il parabrezza delle auto sono tipicamente realizzati in vetro laminato. È considerato un vetro di sicurezza grazie alla capacità di mantenersi compatto se fratturato.
Vetro curvato
Si tratta di un vetro sottoposto ad un procedimento di riscaldamento graduale ad alte temperature (tra i 500 e i 750 °C circa) fino a diventare abbastanza plastico da aderire, per gravità o costretto in una qualche maniera, ad uno stampo concavo o convesso, disposto orizzontalmente o verticalmente all’interno del forno di curvatura. Non è possibile ottenere un vetro curvo che si adagi sullo stampo esclusivamente sotto l'azione della sua forza peso, una volta raggiunta la viscosità necessaria, senza che il vetro stesso non venga segnato dalla testura,seppur minima, dello stampo, compromettendone la trasparenza e l'uniformità di spessore della lastra. Per tale motivo normalmente l'azione di curvatura della lastra viene coadiuvata da dispositivi meccanici o pneumatici che agevolano il processo, curvando il vetro a viscosità più alte e tali da non inficiare le caratteristiche originarie della lastra dopo il contatto con lo stampo.
Dopo questa fase il vetro viene raffreddato molto lentamente (detensionamento o ricottura del vetro) per evitare di indurre tensioni che ne precluderebbero una eventuale successiva lavorazione o che potrebbero innescare fenomeni di rottura spontanea del materiale. Il processo di detensionamento viene normalmente adottato per i parabrezza delle automobili, per i quali è prevista per ovvi motivi la messa in sicurezza mediante stratifica e non mediante tempera. Viceversa,molto più frequentemente per il vetro impiegato nel settore dell'arredamento,il processo di curvatura si conclude con un raffreddamento istantaneo al fine di ottenere un vetro curvo temprato.
E' bene notare che per vetro curvo si intende di prassi il vetro sottoposto alla curvatura lungo un solo asse della lastra. Si pensi ad esempio alla curvatura che subisce un foglio di carta quando si tendono ad avvicinare due lati opposti. Qualunque altro tipo di curvatura che coinvolga entrambe le dimensioni principali della lastra dà luogo ad un "vetro cavo". Esempi concreti di oggetti in vetro cavo possono essere lampadari,bottiglie, bicchieri, vasi, piani lavabo in vetro con lavabo ricavato mediante termoformatura.
Si possono curvare vetri di spessore tra i 3 e 19 mm, per una misura massima di 2600 mm x 4000 mm, con diverse finiture: sabbiato, serigrafato, inciso, forato o con asole... e di tutte le tipologie: colorato, fuso, riflettente, basso emissivo, stampato.Non tutte le finiture tuttavia sono applicabili prima della curvatura.
SERIGRAFIA
E' un metodo particolare di stampa in cui l'inchiostro viene fatto passare attraverso le maglie del tessuto di seta (retino serigrafico) preventivamente otturate nelle zone non stampanti. Nel vetro, attraverso un'ulteriore procedura di riscaldamento ad alte temperature, la serigrafia si può temprare in modo che fondendosi insieme ai vetri diventi indelebile.
Metacrilato
Chiamato anche metacrilato di polimetile è una resina acrilica il cui monomero è l’estero metilico dell’acido metacrilico. E’ una resina che ha bassa massa volumica, è dura, trasparente, brillante e resistente ai solventi. Commercialmente è nota come plexiglas, perspex, ecc. ed è impiegata al posto del vetro, quando vengono richieste particolari caratteristiche di sicurezza. Inoltre è impiegata come matrice per alcuni materiali composti.
Carta Melaminica
Carta impregnata di resine melaminiche; può presentarsi esteticamente di vari colori o imitare le venature del legno. E’ impiegata per il rivestimento dei pannelli legnosi grezzi i quali dopo tale trattamento, sono definiti pannelli nobilitati melaminici.
Formaldeide
Composto organico gassoso di odore pungente utilizzato quale componente di gran parte degli adesivi termoindurenti per pannelli a base di legno.
L’emissione di formaldeide libera, cioè di quella parte che non è stata polimerizzata, è soggetta a regolamentazioni di legge: infatti la formaldeide dà luogo a fenomeni di irritazione delle prime vie respiratorie ed è potenzialmente cancerogena.
E’ considerata pericolosa negli ambienti abitativi una concentrazione di formaldeide superiore a 0,10 ppm (parti per milione) che equivale a 0,12 milligrammi per metro cubo. Questo valore è stato stabilito facendo riferimento alle persone a rischio (bambini, anziani, asmatici, ipersensibili, ecc.).
Polimerico
Il cloruro di polivinile è uno dei materiali plastici più utilizzati nell’industria del mobile, con esso vengono rivestiti sia elementi strutturali sia antine. E’ considerato un materiale tossico, ma in realtà i pericoli si hanno solamente nelle fasi di produzione e di distribuzione (se non bruciato in appositi inceneritori produce diossine). Per quanto riguarda i polimerici al momento dell’utilizzo, possiamo dire che sono completamente atossici. Colorabile o riproducente le venature del legno, essendo materiale termoplastico non resiste molto al calore, rammollendo a temperature comprese tra i 75 e 95°C.
Postformatura
La postformatura è lavorazione mediante la quale si rendono gli spigoli arrotondati, a norma antinfortunistica; inoltre la bordatura, grazie alla tecnica della postformatura, avviene senza giunture, utilizzando lo stesso laminato del piano.
ABS
Acronitrile-Butadiene-Stirene. Resina termoplastica sintetica; è ottenuta per copolimerizzazione dell’acronitrile, del butadiene e dello stirene. Presenta buona resistenza agli acidi, ma non ai solventi clorurati, non attira la polvere e non si deforma; per questa proprietà l’ABS è un materiale adatto alla produzione di mobili e complementi d’arredo.
CORIAN
Composizione: E' composto da una speciale forma di alluminio e resina acrilica, oltre a pigmenti e ingredienti brevettati.
Caratteristiche: A superficie compatta, offre elevate prestazioni sia dal punto di vista estetico che funzionale. E' resistente all'abrasione e all'usura ed essendo omogeneo ed uniforme in tutto il suo spessore, non è poroso. Non assorbe nè odori nè sapori. In caso di assemblaggio le eventuali giunture sono impercettibili. E' disponibile in 100 colori.
Pulizia e manutenzione: E' sufficiente passare una spugna imbevuta con acqua e detergente e asciugare con un panno morbido.
CRISTALAN
Composizione: Viene prodotto per 2/3 con idrossido di alluminio e per 1/3 con acrile, un derivato di un acido, e contiene anche piccole quantità di pigmenti.
Caratteristiche: Appartiene alla categoria "solid surfaces", in quanto è solido e omogeneo in tutto il suo spessore. Viene prodotto in una vasta gamma cromatica, in tinte unite o granulate. Resistente agli urti, durevole e igienico, non è poroso, è neutro all'olfatto e adatto al contatto con gli alimenti. Occorre però prestare attenzione a non appoggiare sopra la superficie pentole od oggetti caldi.
Pulizia e manutenzione: Sporco, macchie e graffi possono essere tolti con un detergente e una spugna abrasiva. Per il calcare usare una spugnetta e aceto.
CRISTALITE
Composizione: Prodotto con resine acriliche e pigmenti, ricrea la bellezza della naturale su lastre da 300x130 cm con spessore di 6-11 cm.
Caratteristiche: Non poroso, levigato e inodore, è molto igienico e quindi adatto al contatto con gli alimenti. Inoltre è resistente all'acqua e all'umidità, al calore e alla luce. Non si graffia neanche con la lama di un coltello ed è ecologico. E' disponibile in vari colori e permette lavorazioni anche di forma arrotondata.
Pulizia e manutenzione: Si pulisce passando una spugnetta con acqua e detergente.
GRANITO
Composizione: Si tratta di una roccia naturale di struttura granulare cristallina.
Caratteristiche: Esiste in varia colorazioni, grazie alla presenza in natura di polvere e minerali di differenti varietà di colore. Resistente agli urti e alle abrasioni. E' un materiale poroso quindi può assorbire le sostanze utilizzate in cucina e rischia di macchiarsi e deteriorarsi.
Pulizia e manutenzione: Per la cura quotidiana sono indicati i normali prodotti detergenti, purchè non abrasivi.
MARMO
Composizione: E' formato da calcite, un minerale molto facile da lucidare e levigare.
Caratteristiche: Grazie alle sue venature variegate è un rivestimentomolto gradevole esteticamente e in più resistente alle abrasioni e agli urti, ma non alle macchie.
Pulizia e manutenzione: Data la sua porosità, richiede una cura costante e un utilizzo attento. Si pulisce con gli appositi prodotti oppure con un panno bagnato con acqua e sapone di Marsiglia, procedendo poi a un accurato risciacquo.
OKITE
Composizione: A base di quarzo, resine e pigmenti, è realizzato con una speciale lavorazione.
Caratteristiche: E' prodotto in vari colori. Essendo poco poroso non permette ai liquidi di penetrare e non assorbe odori. Resiste alle macchie, anche di limone e aceto, ed è refrattario a graffi, abrasioni, tagli, urti e rotture.
Pulizia e manutenzione: Richiede solo una spugna imbevuta di un detersivo liquido.
QUARZO JAIPUR
Composizione: Deriva per il 95% da polvere di pietra naturale agglomerata con particolari resine.
Caratteristiche: Proposto in 6 varianti di colore, la superficie si presenta irregolare, non uniforme, ma con venature in rilievo. Offre prestazioni superiori a quelle dei marmi o dei graniti. Molto compatto e robusto, non si scheggia facilmente e resiste ai graffi e agli urti. Non si macchia neanche a contatto con gli acidi, limone compreso.
Pulizia e manutenzione: E' sufficiente passare le superfici con un detergente neutro e un panno umido.
SOLIDTOP
Composizione: Laminato stratificato HPL, costituito da strati di materiale di fibra cellulosica impregnatidi resine termoindurenti sottoposti ad un processo di alta pressione.
Caratteristiche: materiale non poroso, non attaccabile dall'acqua, dal vapore e non si macchia con gli oli e i detergenti di comune utilizzo. Resiste al calore fino a 180°.
Pulizia e manutenzione: normali detergenti.
STARLIGHT
Composizione: E' una pietra composita formata al 70-90% da sabbie silicee della Boemia legate da una minima quantitàdi resine che non ne intaccano l'aspetto naturale.
Caratteristiche: I microcristalli a specchio di cui è costituito lo rendono particolarmente luminoso e la brillantezza rimane costante nel tempo. E' resistente all'usura e all'azione degli agenti acidi, anche al limone e agli urti.
Pulizia e manutenzione: Si possono usare tutti i detergenti comuni per la pulizia della casa, ma avendo l'accortezza di diluirli sempre.
STARON
Composizione: Si tratta di un materiale solido per superfici composto al 100% da resina acrilica e idrossido di alluminio.
Caratteristiche: Permette personalizzazioni con motivi a intaglio, la decorazione di bordi, l'inserimento di guide in metallo o canalette di scolo. Perfettamente liscio. ha giunture impercettibili. Può essere riparato. E' resistente alle macchie, agli urti, impermeabile e igienico.
Pulizia e manutenzione: Usare un panno imbevuto di acqua e sapone. I detergenti a base di ammoniaca puliscono le superfici senza lasciare aloni. Graffi e macchie si tolgono con una spugna abrasiva a grana fine.
ZODIAQ
Composizione: Si tratta di un composito costituito da quarzo per il 93%, uno speciale polimero brevettato e pigmenti naturali.
Caratteristiche: Simile al quarzo nell’estetica, è proposto in una gamma di 30 colori. E’ robusto e durevole, tanto che conserva la sua finitura brillante per anni, resistente a molte sostanze aggressive e al calore. Non essendo poroso è anche molto igienico.
Pulizia e manutenzione: Bastano acqua e detergenti liquidi non abrasivi. Non usare mai la candeggina.
VETRO CERAMIZZATO
Vetro ottenuto controllando la cristallizzazione durante la lavorazione della massa vetrosa.
Resiste molto bene agli sbalzi di temperatura e viene impiegato per piastre scaldanti.
MARMO
E’ una roccia calcarea di origine metamorfica. Chimicamente è carbonato di calcio unito a minerali quali il quarzo, la mica e la grafite.
Resiste bene agli agenti atmosferici ma viene attaccato dagli acidi deboli e, a causa della sua porosità, assorbe le macchie.
CARTE FINISH
Materiali impiegati per il rivestimento delle superfici. Sono carte monostrato impregnate con una miscela di resine termoindurenti ureiche e melaminiche con l'aggiunta di flessibilizzanti. Costituiscono la versione economica dei laminati per il rivestimento delle superfici. Vengono commercializzate finite, già verniciate, semifinite con una mano di fondo oppure grezze.
COLLANTE TERMOFONDENTE (TERMOFUSIBILE)
Adesivo sintetico che viene applicato allo stato fuso ed esplica il potere collante grazie al processo fisico di solidificazione per raffreddamento. Una volta solidificato l'adesivo rammollisce, perdendo temporaneamente il potere collante, se è sottoposto ad una temperatura tra i 60° ed i 100° C circa. Quindi il processo è reversibile.
COLLANTE TERMOINDURENTE
Adesivo sintetico che esplica il potere collante mediante reazioni chimiche di polimerizzazione, reazioni attivate dal calore e da catalizzatori. Una volta polimerizzato l'adesivo non è più fusibile o solubile. Il processo è irreversibile
FELTRO
Particolare tipo di stoffa ottenuta comprimendo e infeltrendo fibre di lana o peli e trattandoli con soluzioni acquose. E’ un materiale impiegato nella produzione di imbottiti e materassi.
FIOCCHI DI FIBRA POLIESTERE
Materiale di imbottitura ricavato da fibre sintetiche ottenute per policondensazione fra monomeri contenenti funzioni alcoliche (glicol etilenico) e e carbossiliche. E’ un materiale resistente agli acidi, alle basi, ai solventi, alla luce, al calore ed è molto tenace. Le fibre poliesteri miste a fibre naturali servono anche per produrre tessuti ingualcibili.
FOGLIA PVC
E’ la foglia polimerica più impiegata nel settore mobile – arredamento per il rivestimento delle superfici.
PVC (POLIVINILCLORURO)
Resina sintetica termoplastica, ottenuta dalla polimerizzazione per addizione del cloruro di vinile.
Il PVC è uno dei materiali plastici più utilizzati nell’industria del mobile.
E’ stato considerato un materiale tossico e non ecologico, ma per quanto riguarda la tossicità il problema è relativo solo alla fase produttiva del polimero, in quanto la proprietà cancerogena è dovuta al monomero di vinilcloruro che una volta polimerizzato diventa assolutamente atossico.
I problemi ecologici sono legati alla fase di smaltimento mediante combustione, ma se il PVC è correttamente incenerito in apposite camere di combustione, la formazione di diossina è praticamente insignificante.
IL PVC, essendo un materiale termoplastico, non resiste molto al calore, rammollisce tra i 75° ed i 95° e si deforma tra i 140° ed i 160°.
PELLE
La pelle è la membrana di natura proteica che riveste il corpo degli animali. Mediante il processo di concia si ottengono cuoio e pelli da pelliccia; quindi, dal punto di vista merceologico, si deve intendere per pelle il prodotto grezzo e per cuoio il prodotto ottenuto dopo il trattamento di concia.
Comunemente, invece, si intende per pelle il prodotto più fine e più leggero e per cuoio il prodotto più grossolano e di un certo spessore.
La pelle è composta da tre parti essenziali che sono dall’esterno verso l’interno da:
· epidermide: è lo strato superficiale che durante il processo di concia viene eliminato;
· derma: è lo strato più importante della pelle dal punto di vista della concia ed è costituito da fasci di fibre connettive ed elastiche. La parte superiore del derma, sottostante l’epidermide, è chiamata “fiore”. La parte inferiore del derma, sottostante al fiore, viene chiamata crosta.
· ipoderma: è il tessuto connettivo sottocutaneo costituito da cellule adipose che viene eliminato meccanicamente durante il processo di concia.
PELLI AL VEGETALE
Cuoi ottenuti mediante l’impiego di prodotti concianti a base di tannini vegetali.
PELLI ANILINE
Cuoi che presentano tutte le caratteristiche originale della pelle perché non subiscono alcun processo di finitura superficiale. Possono essere presenti segni propri della vita dell’animale, quali cicatrici rimarginate, punture di insetti, differenze di grana, diversità di tonalità di colore ecc.
PELLE OVO
Tessuti, solitamente di cotone a fibra lunga pettinata, impiegati per ottenere il piumino e la piuma. Questi tessuti garantiscono la tenuta alla fuoriuscita del piumino e nello stesso tempo permettono la permeabilità all’aria, indispensabile per far riprendere al manufatto la forma originale dopo l’uso )operazione di sprimacciatura).
PELLI PIENO FIORE
Sono cuoi ottenuti da pelli selezionate, caratterizzate da un tessuto dinamico denso e chiuso (pelle piena). La superficie è ricoperta da un leggero strato protettivo che ne esalta la naturale bellezza e la protegge dalle macchie.
PELLI SINTETICHE
Sono materiali che imitano la pelle e sono ottenuti da polimeri di sintesi, tra i quali i più comuni sono polivinilcloruro (PVC) e le resine poliuretaniche.
PELLI SMERIGLIATE
Sono cuoi ottenuti da pelli che presentano imperfezioni e difetti. Vengono abrase in modo da asportare una parte più o meno consistente dello strato superficiale. Successivamente lo strato esteriore viene ricoperto con prodotti protettivi (finissaggi) o con vernici in modo da conferire un aspetto naturale e migliorare le caratteristiche d’uso (facilità di pulizia, resistenza all’abrasione, ecc).
PELLICOLA TRANSFERT
Materiale impiegato per il rivestimento della superficie; è costituito da un nastro di poliestere molto sottile su cui è stato depositato uno strato decorativo ed uno strato di adesivo termoplastico. Mediante una calandra a rulli caldi il nastro di poliestere trasferisce sulla superficie del pannello l’adesivo termoplastico e lo strato decorativo che può essere a tinta unita o con il disegno delle venature del legno. Successivamente per proteggere lo strato decorativo e conferire migliori caratteristiche superficiali viene stesa una mano di vernice di finitura.
PENNE
Parte del piumaggio degli uccelli. Le penne lunghe e rigide, ad es. quelle delle ali e della coda, non sono utilizzabili per l’imbottitura.
PIUMA
Parte del piumaggio degli uccelli. Sono più corte delle penne, sono morbide e con il vessillo arcuato. Piuma e piumino garantiscono la sofficità e la protezione termica grazie alla notevole quantità d’aria inglobata in innumerevoli celle determinate dall’intreccio tra le barbe.
PIUMAGGIO
Il piumaggio degli uccelli è costituito da penne, piume e piumino; il piumaggio degli uccelli terrestri (pollo e tacchino) è di qualità scadente, quindi sconsigliato come materiale di imbottitura di manufatti per mobili imbottiti e per il letto.
PIUMINO
Parte del piumaggio degli uccelli acquatici (è infatti assente negli uccelli terrestri). Ha una struttura a forma di fiocco, con barbe non legate tra loro che hanno origine dal calamo infisso nella cute.
Gli uccelli acquatici di interesse industriale e commerciale sono oche, anatre ed in minima quantità edredoni (anatre marine delle zone nordiche dal bellissimo piumaggio bianco e nero).
Altre specie acquatiche sono protette, come ad es. il cigno.
POLICARBONATO
Resina termoplastica sintetica ottenuta dalla reazione di polimerizzazione tra il fosgene e un difenolo.
Possiede un elevato punto di fusione ed una elevata durezza. Viene usato come sostituto del vetro o come materiale di sicurezza.
POLIESTERI
Famiglia di resine sintetiche ottenute dalla polimerizzazione per condensazione di un acido carbossilico e un alcool.
Grazie alle loro caratteristiche chimico – fisiche sono utilizzate in moltissimi settori (mobili, tessile, aeronautico, navale, edile, ecc.) come componenti di vernici, plastificanti, fibre e come matrice di materiali compositi.
POLIMETACRILATO DI METILE (PMMA)
Chiamato anche metacrilato di polimetile è una resina acrilica il cui monomero è l’estere metilico dell’acido metacrilico.
E’ una resina che ha bassa massa volumica, è dura, trasparente, brillante e resistente ai solventi.
Commercialmente è nota come plexiglas, perspex, ecc. ed è impiegata al posto del vetro quando vengono richieste particolari caratteristiche di sicurezza. Inoltre è impiegata come matrice per alcuni materiali compositi come ad es. il “corian”.
POLIURETANI
Famiglia di resine sintetiche ottenute dalla polimerizzazione per addizione di isocianati e polioli.
In quasi tutti i settori produttivi viene impiegato il poliuretano grazie alla sua grande versatilità formulativa; in pratica si possono produrre sistemi poliuretanici mirati a soddisfare le specifiche esigenze applicative richieste che comprendono: prodotti liquidi, pastosi, solidi, schiume espanse sia rigide che flessibili.
POLIURETANO ESPANSO FLESSIBILE
Sistema di resine poliesteri che appartiene alla grande famiglia dei poliuretani. E’ un materiale elastico caratterizzato da una struttura a cellette che possono essere chiuse oppure comunicanti tra loro.
RESINE
Le resine sono sostanze caratterizzate dall’unione di moltissime molecole semplici dette monomeri. Il prodotto dell’unione di monomeri è chiamato polimero: esso è una macromolecola di elevato peso molecolare.
Le resine possono essere naturali, artificiali o sintetiche.
SCHIUMA DI LATTICE
La gomma naturale detta caucciù è presente in alcune piante appartenenti alla famiglia delle Euroforbiacee, coltivate soprattutto nelle regioni tropicali. L’albero secerne questa sostanza quando subisce ferite o lesioni, per evitare l’essiccamento dei propri tessuti legnosi e le penetrazioni dei parassiti.
Il lattice, appena ricavato dall’albero, è costituito da gomma (30% - 40%), acqua e piccole percentuali di resine, proteine, zuccheri, sali minerali, acidi grassi e fosfolipidi.
La schiuma di lattice è ottenuta mediante il processo di vulcanizzazione; infatti attraverso la reticolazione delle macromolecole si ottiene si ottiene una massa elastica permanente, non soggetta al fenomeno dello sbriciolamento.
Si ottiene così una struttura microporosa a cellule intercomunicanti permeabili all’aria ed al vapor acqueo.
TEFLON
E’ una fibra sintetica politetrafluoroetilenica ottenuta per polimerizzazione per addizione del tetrafluoruro di etilene. Possiede un’eccezionale resistenza agli agenti chimici.
SILICONI
Sono composti organici del silicio a struttura polimerica; resistono bene al calore in un arco di temperatura compreso tra – 100° C e + 300° C ed hanno una buona impermeabilità.